San Clemente e le parolacce dipinte

La Basilica di San Clemente è tra i più formidabili palinsesti di se stessa e dell’area di Roma su cui è stata creata: una stratificazione visitabile, che spazia dal 385 (e anzi ancor prima) in poi. Con in più una sorpresa, che è quasi incredibile: uno dei primi «fumetti» nella storia, e con tanto di parolacce. La riscoperta del remoto si deve a un padre irlandese, Joseph Mullooly, nel 1857 il priore del luogo: fino ad allora, non si sapeva nulla. Scavando sotto alla chiesa, che è tra le rare ben conservate del Medioevo, sono venuti in luce tutti i suoi stati precedenti. Allora, iniziamo dal basso. C’è una domus romana, divisa in piccoli appartamenti (un’«insula») attorno a un cortile, che era un tempio del dio Mitra ed esiste ancora. Un altro edificio, rettangolare e più grande, era forse vota to a usi pubblici, e precede l’incendio di Nerone.
Il suo cortile è stato coperto fino al primo piano, per ricavarne una delle più antiche chiese in città: Clemente, papa dal 92 al 97, è il quarto pon tefice della storia, pare ordinato perfino da san Pietro. Sotto Tra iano, va in esilio e ai lavori forzati in Crimea, poi, legato a un’ancora, è gettato nel Mar Nero. Ma la tomba, creata dagli angeli, è ritrovata, perché le acque si ritira no: è un miracolo, ma oggi ne incontreremo tanti.
IL PRIMO TEMPIO
Il tempio originario dura fino al 1100: viene abbandonato perché è pericolante. Danneggiato, nel 1084, da un incendio dei Normanni di Roberto il Guiscardo: intervenuti, dalla vicina Porta Asinaria, proprio in soccorso del Papa. Ma la guerra è guerra. Nel l’847, dopo un sisma, papa Leo ne IV l’aveva rinforzata con un muro, decorato, nel IX secolo, da bellissimi affreschi, di cui diremo. Comunque, Pasquale II, nel 1108, riempie la prima basilica fino alla cima delle colonne delle tre navate, e ne realizza un’altra: si vede, praticamente, ancora oggi. Vi si onora il corpo del santo, traportato, come mostra un af fresco di XI secolo dai santi Ciril lo e Metodio. Ma il dipinto con tiene un errore: i due santi sono ricevuti da papa Niccolò IÍž invece, li aveva accolti Adriano II, vent’anni più tardi, nell’884.
DOVE MANGIARE E BERE:
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Con una straordinaria vista sul Colosseo, il Ristorante di lusso Aroma e il suo Chef Giuseppe Di Iorio deliziano i palati con ricette ed ingredienti freschissimi, accompagnati da una carta dei vini che vanta più di 300 etichette.
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L'enoteca offre un'ampia scelta di vini di tutte le regioni italiane e alcune etichette straniere, sia da asporto che da consumare al tavolo. I vini in mescita hanno una rotazione settimanale. Prodotti di gastronomia da gustare in abbinamento ai vini.
Caffè Propaganda
A due passi dal Colosseo e dalla nuova area pedonale dei Fori Imperiali, è uno dei locali di tendenza a Roma, dove si va non solo per mangiar bene a pranzo e a cena ma anche per incontrare, prendere un cocktail di alta qualità o passare un pomeriggio con the e pasticcini.